Negli ultimi 70 anni il processo di integrazione europea ha portato benefici importanti ai cittadini in termini di crescita, lavoro, sostenibilità, tutela sociale, libertà, sicurezza e pace. Eppure, davanti alle nuove sfide, l’attuale costruzione europea sta mostrando tutti i suoi limiti e non riesce a dare risposte sufficientemente efficaci. L’Europa è a un bivio: può ripiegarsi su se stessa e sull’immobilismo, oppure, intraprendere la via di cambiamenti ambiziosi. Il Parlamento europeo è convinto che “solo questa seconda opzione possa dare vere risposte e vantaggi ai cittadini europei”. Lo studio esamina proprio i potenziali benefici che si potrebbero conseguire in 50 ambiti strategici, tenendo conto dello stato della legislazione UE e delle sue potenzialità non sfruttate evidenziando i costi della non Europa. Lo studio segue le orme del Rapporto Cecchini che servì all’allora Presidente della Commissione europea Jacque Delors nel 1989 per lanciare il progetto di realizzazione del Mercato Unico europeo. Secondo il Servizio ricerca del Parlamento, quindi, non intraprendere cambiamenti ambiziosi porterebbe ad un altissimo “costo della non Europa”.
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